Ucciso un cane per una tassa non pagata
RECONVILLIER (Svizzera) le autorità municipali le uccidono il cane perché il proprietario non ha pagato una tassa.
In Svizzera è stato ucciso un barboncino di tre anni, perché la sua proprietaria non ha pagato, per una dimenticanza, una tassa per il possesso dei quattro zampe. La tassa ammonta a 50 franchi (circa 38 euro); quando la autorità si sono presentate a casa della signora Marilena Iannotta per portare via il cane, la signora ha chiesto scusa e si è offerta di pagare la tassa, ma non è servito a nulla. Alla fine del 2010, un comunicato diramato dal comune ingiungeva ai proprietari di cani di pagare la tassa annua di 50 franchi, pena la possibile uccisione dei loro animali; un procedimento, quest'ultimo, autorizzato dall'art. 4 della legge cantonale sulla tassa dei cani del 1904. Da allora, rileva il sindaco, la maggioranza dei morosi ha pagato l'arretrato. La decisione aveva scatenato dure polemiche e anche minacce di morte per il sindaco: «Ma stiamo parlando di una quarantina di persone. Non di migliaia. - si era difeso Flavio Torti, primo cittadino di Reconvillier da nove anni -. Ecco perché ritengo che sia fuori di testa tutto questo clamore. Mi hanno scritto dall’Inghilterra, dagli Stati Uniti. Animalisti infuriati, estremisti pronti a fare di tutto nel nome della "giustizia"». «Non mi è mai accaduta una cosa simile - spiegava a inizio gennaio scorso Torti -. La trovo gravissima visto che noi, in realtà, non abbiamo fatto nulla. A Reconvilier non è stato ucciso alcun animale. E c’è gente che parla di massacro, addirittura alcuni tirano in ballo Hitler». Ciò che è accaduto in Svizzere è assolutamente assordo, siamo tornato al Medio Evo, uccidere un cane perché ci si è dimenticati di pagare una tassa di 38 euro circa, dopo le battaglie per la difesa e la tutela degli animali, in un attimo siamo precipitati nel baratro.