Thailandia
La storia di Do Do e del piccolo Aorn conferma che le cure parentali sono universali
Perché mamma scimmia ama un tigrotto
Non si può non provare tenerezza ammirando Do Do, una giovane scimpanzé del Samut Prakan Farm and Zoo di Bangkok, Thailandia, che si prende amorevolmente cura di un tigrotto di due mesi di nome Aorn. Lo fa succhiare dal biberon, si preoccupa perfino che il latte abbia la giusta temperatura.
E pensare che lei è, oltretutto, una scimmia africana, lui un felino asiatico.
Eppure la scintilla dell' amore materno è scoccata eccome, scavalcando tanto le loro storie evolutive così divergenti che le loro patrie d' origine così lontane. Tutto ciò perché il linguaggio delle cure parentali è veramente un qualcosa di universale.
C' è infatti tanta storia naturale in questo evento che è si raro, anzi rarissimo, ma tutto sommato spiegabile.
E la spiegazione ce la fornì, addirittura più di mezzo secolo fa, Konrad Lorenz, dimostrando che i cuccioli dei mammiferi senza eccezione presentano, per evoluzione convergente, certe caratteristiche che il grande etologo denominò «segnali infantili».
Come gli occhi grandi e tondi, il muso corto, le zampe grassocce, le orecchie piccole e spesso ripiegate all' ingiù, e poi quel loro speciale modo di fare giocherellone per cui tutti noi, anche se non siamo provetti etologi, siamo perfettamente in grado di comprendere se abbiamo a che fare con un adulto oppure con un cucciolo.
E si tratta di un cucciolo allora sentiamo forte il desiderio di adottarlo o, almeno, di non aggredirlo.
Ci spiegò infatti Lorenz che la convergenza dei segnali infantili avvenne perché con ciò i cuccioli, altrimenti indifesi, non solo col loro speciale linguaggio fatto di segni e comportamenti evocano le cure parentali nei genitori, ma anche fungono come difesa nei confronti di estranei, anche se appartenenti a specie diversa.
Perfino se, come è in questo caso, si tratta di specie evolutivamente e geograficamente assai lontane.
Un inganno dolce e naturale sta dunque alla base dello strano caso della giovane scimpanzé Do Do che assai seriamente si prende cura del tigrotto Aorn.
C' è qualcosa di più però, in questo caso, perché in esso è anche possibile rilevare un pizzico di cultura.
La giovane scimmia che gioca a fare la mamma con quella infantile bambola viva che è il tigrotto, deve infatti aver pur imparato, vivendo in quella strana e innaturale farm invece che nelle sue originarie foreste d' Africa, a cosa serve un biberon.
Forse, chissà, pur essa quand' era neonata venne allevata col biberon da qualche mamma umana. Niente di strano, così di norma avviene in cattività.
Quanto ad Aorn il tigrotto, anche a lui l' inconsueta adozione scimmiesca lascerà un segno indelebile.
Per via del suo imprinting innaturalmente deviato, infatti, la sua mamma adottiva non potrà mai venir considerata come una possibile preda ma rappresenterà, piuttosto, un oggetto permanente d' amore.
E ciò sarà vero, nella sua mente un poco confusa, per tutti gli scimpanzé che nella sua vita da prigioniero gli capiterà di incontrare.
Mainardi Danilo
(31 luglio 2011) - Corriere della Sera