Taranto, salvato il cane accoltellato,Ora ha un nome (Cesare) e cerca

di Tiziana FABBIANO
TARANTO (6 giugno) - Avvicinarsi a lui e riuscire a bloccarlo non è stato facile. Ma il cagnolino che era stato accoltellato nei giorni scorsi nel quartiere Paolo VI di Taranto, alla fine è stato raggiunto dai veterinari dell’Asl. Così lo hanno potuto curare e gli hanno salvato la vita.

Il randagio, mite e docile, era diventato il cane di quartiere. Fino a quando, in viale 2 giugno, qualcuno lo ha catturato, lo ha legato ad un palo con la corda e lo ha seviziato. Diverse coltellate, all’addome e alla fronte. Lo avrebbero ucciso se non fosse riuscito a sottrarsi a quella trappola, a quell’aguzzino (o aguzzini) rimasto anonimo. Provvidenziale è stato anche l’intervento degli abitanti della zona che hanno sentito i guaiti del povero meticcio.
Su chi sia stato a tendergli quell’agguato è calata una coltre di silenzio. La gente del quartiere mormora che sia stata opera di qualche ragazzino crudele, messo in fuga da altri bambini che avrebbero liberato il cane agonizzante dalla corda. Le indagini, ad opera dei vigili urbani di Taranto, sono in corso.
Nelle ore immediatamente successive all’atto di barbarie è contestualmente scattata la caccia a ritrovare il volpino color avorio.
Il cagnolino era sotto choc. Qualcuno, con un telefonino, lo ha fotografato ma prima che potesse raggiungerlo il cane era già scappato. Più lontano possibile dalla gente di quel rione che lo aveva adottato, gli dava da mangiare e lo assisteva ma che, all’improvviso, gli aveva fatto conoscere il volto peggiore degli uomini. Dopo una fuga durata un paio di giorni, il randagio si era riavvicinato all’unico posto che conosceva. Era tornato nei pressi di Paolo VI, rimanendo agonizzante nelle campagne. Dopo qualche segnalazione, finalmente i veterinari e gli “agenti tecnici” dell’Asl sono riusciti ad individuarlo nella vegetazione del quartiere periferico. Con non poche difficoltà sono riusciti ad ottenere la sua fiducia.
Ormai stremato, il cane ancora sanguinante è stato portato da un veterinario incaricato dall’azienda sanitaria locale. Era in condizioni davvero disperate, qualche ora in più e non ce l’avrebbe fatta. Sono stati necessari ben sessanta punti di sutura per i fendenti che gli erano stati inferti all’addome e alla fronte. Punti anche al collo, lacerato evidentemente durante i disperati tentativi dell’animale di sottrarsi alla corda che lo legava al palo. È stata infine necessaria una trasfusione di plasma, a seguito della grossa perdita di sangue che aveva avuto.
I volontari dell’Ente nazionale per la protezione degli animali di Taranto gli hanno dato un nome, lo hanno chiamato Cesare. «È un miracolo che sia ancora vivo - commenta Rosanna Pisani, presidente provinciale dell’Enpa di Taranto - e ora si trova ancora in cura dal veterinario. Ma appena starà un po’ meglio siamo convinti che possa essere adottato. Non possiamo farlo più tornare a Paolo VI».
Chi volesse candidarsi per dare a Cesare una casa e l’amore di cui ha bisogno può contattare la stessa Rosanna Pisani ai numeri 330-481880 oppure 333-2258739
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