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 I cani nella storia

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cristina
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MessaggioTitolo: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeLun 29 Dic 2008 - 18:50

Il rapporto tra l’uomo e il cane – un sodalizio longevo, proficuo ed estremamente complesso – nacque per una pura questione d’interesse. Possiamo supporre che sia andata più o meno così : decine di migliaia di anni fa, per ragioni a noi sconosciute un branco di lupi unì le proprie forze con quelle di un gruppo di cavernicoli. Da questa alleanza scaturì ciò che i moderni dirigenti d’azienda chiamano “sinergia”: i lupi possedevano sensi particolarmente acuti, forza e velocità; gli uomini avevano cervelli insolitamente sviluppati e maneggiavano armi letali.
La strana coppia si rivelò una combinazione vincente ma lungo la strada per la supremazia globale accadde qualcosa di singolare. I lupi si trasformarono in cani, ovvero animali addomesticati, tagliati su misura per avere le giuste qualità fisiche ed emotive necessarie a soddisfare precisi bisogni dei loro nuovi compagni. Continuavano a cacciare insieme con gli umani ma insieme iniziarono anche a pascolare greggi, sbrigare lavori pesanti e persino andare in guerra. Poi, ad un certo punto del tragitto, gli uomini smisero di considerare i cani come meri strumenti e iniziarono a guardarli con altri occhi: erano colleghi, confidenti, amici. Addirittura, lasciatemelo dire, i loro migliori amici.
A tutt’oggi il sentimento pare reciproco. Certo, non abbiamo modo di sapere esattamente che cosa i cani pensino di noi però possiamo farcene un’idea osservando le loro azioni. Azioni tra le quali, nel corso dei secoli, si sono contate innumerevoli dimostrazioni di fedeltà, coraggio e altruismo che hanno messo in ombra le gesta di parecchi eroi della nostra specie.
Che cosa avranno mai fatto i cani? Hanno salvato alcuni di noi dalla morte e certamente molti di più dalla noia e dalla solitudine. La loro presenza ci è stata di esempio sul campo di battaglia e ci hanno dato conforto tra le mura di casa.
Ora, tanti cani compiono piccoli gesti di eroismo quotidiano restando nell’anonimato ma ce n’è qualcuno in particolare che si è guadagnato una meritata gloria per le sue azioni. E non è esagerato dire che in più di un’occasione il destino di nazioni e imperi si è trovato nelle abili zampe di un cane. Per esempio, Alessandro il Macedone visse abbastanza a lungo da guadagnarsi il titolo di Magno solo perché il suo cane soldato, Peritas, gli salvò la vita in battaglia. Napoleone non sarebbe mai arrivato a Waterloo se il terranova di un pescatore non gli avesse impedito di annegare. E Guglielmo I d’Orange, detto Il Taciturno, padre della nazione olandese e antenato di re Guglielmo III d’Inghilterra, sarebbe morto trucidato nel suo letto per mano di un sicario se non fosse stato avvertito tempestivamente dal suo carlino.
Altri illustri rappresentanti della razza canina hanno lasciato la propria impronta nella storia in modi più curiosi ma altrettanto degni di essere ricordati. Grandi successi del cinema, da Casablanca a Matrix, non avrebbero mia visto la luce se il pastore tedesco Rin Tin Tin non avesse salvato, con le sue sole forze, la Warner Brothers dalla bancarotta. La carriera del grande poeta inglese Alexander Pope sarebbe stata stroncata sul più bello senza l’intervento del suo danese, Bounce. E Richard Wagner avrebbe composto tutta un’altra musica senza l’apporto creativo dei suoi pelosi assistenti, Peps e Fips.
Insomma, i cani hanno avuto un ruolo di primo piano nelle conquiste politiche, culturali e artistiche più importanti dell’umanità e il loro contributo è andato nella maggior parte dei casi a fin di bene. Il che non dovrebbe stupirci, dal momento che quasi ogni cane – che arrivi a cambiare la storia oppure no – influenza positivamente la vita degli esseri umani che lo circondano. In cambio di qualche carezza sulla testa, otteniamo devozione infinita. In cambio di una ciotola di cibo, guadagniamo un fedelissimo alleato. In cambio di un posto accanto al focolare, un amore eterno. Certo, è stata una relazione vantaggiosa per entrambi ma almeno all’uomo è sicuramente toccata la parte migliore.
Quanto a noi, in fondo sappiamo di non essere degni di amici così. Ma chissà che i cani non ci diano l’ispirazione per diventare più simili a come loro pensano che noi siamo…..

(da: “I 100 cani che hanno cambiato la storia”)
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeLun 29 Dic 2008 - 19:23

CRISTINA, che dire non posso che ''inchinarmi''davanti a questo post.

prima i lupi, poi i cani sono sempre stati nostri ''soci''.Visto che parliamo di storia sarebbe molto bello e utile per ogni padrone sapere x che lavoro sono state create le razze.
I lupi lavoravano con l'uomo, i cani ''loro discendenti''sono stati selezionati per lavori ben specifici e questo se lo portano dietro nel loro Dna nei loro istinti. Per quanto riguarda il mio personalissimo punto di vista ogni padrone dovrebbe sapere un po' di storia del proprio cane....proprio x capirlo meglio e capirne meglio le esigenze.
Ti faccio veramente i miei complimenti, anche solo x la ricerca che copiero' e incollero' nei miei documenti.
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeMar 30 Dic 2008 - 10:14

DERIVA DA QUESTI CANI
CENNI STORICI


Le origini dell'American Pit Bull Terrier sono molto antiche e trovano sicuramente le loro radici in quel gruppo di molossoidi impiegati dai guardiacaccia nell'Inghilterra Medioevale.
Erano questi il Bandog, anche detto Tydog, e l'Alaunt: cani tanto forti e possenti da riuscire ad atterrare e bloccare il malcapitato fintantoché non sopraggiungeva il padrone.
Ancor prima, però, aveva fatto la sua comparsa a fianco dell’uomo quel variegato ceppo di cani da combattimento, dai Canes pugnaces romani ai Pugnax britanniae dell'isola britannica, che da secoli avevano dato vita ai combattimenti nelle arene: non solo tra cani ma anche con animali di diversa specie e mole: scimmie, orsi, tori … dando vita ad uno spettacolo tanto crudele, quanto apprezzato dal pubblico dell’epoca.


D'altra parte fino ad almeno il XVII-XVIII secolo non si riesce a distinguere coerentemente una razza dall'altra.

Colpa, oltre che di un totale disinteresse per la classificazione degli uomini dell'epoca, anche di quella schiera di nomi diversi utilizzati per indicare uno stesso tipo di cane: un molosso agile e forte, adatto perlopiù a lottare.

Così per tutto il XVI secolo i cani da combattimento erano genericamente chiamati Mastiff, mentre nel secolo successivo viene preferito il nome Bulldog per indicare con maggiore precisione quel cane impiegato per la lotta con il toro.
Quando il seguitissimo sport del bull-baiting è stato dichiarato illegale in Inghilterra nel 1835 quello del combattimento di due cani l'uno contro l'altro crebbe in popolarità per riempire il vuoto creatosi.
Un punto di contesa nella storia dell'APBT è se questi cani combattenti fossero essenzialmente una nuova razza di cane creato specificatamente per questo diffuso passatempo.

Alcuni autori, particolarmente Richard F. Stratton, hanno teorizzato che l'APBT rappresenti essenzialmente la stessa razza di cani utilizzati nel Rinascimento per combattere contro i tori: razza pura non mescolata con nessun altra razza canina.
Questi autori considerano il nome attuale, American Pit Bull Terrier, una doppia inesattezza, poiché, a parer loro, la razza non è di origine americana e non è un terrier.
Per Stratton quando, tra la fine dell '800 e i primi del '900, la cinofilia ufficiale cominciò a organizzare i primi show, vi furono in U.S.A. massicce importazioni di bulldog inglesi branchignati (da esposizione). La stampa ufficiale per snobismo ed esterofilia (i cani europei erano considerati più "chic" in confronto alle rudi controparti americane) cominciò a considerare quelli i veri bulldog, grossi e potenti e a ritenere che i soggetti americani, più leggeri, alti sugli arti e non branchignati, fossero stati "imbastarditi" con l'immissione di sangue terrier. Da allora cominciò a diffondersi, ma solo tra i giornalisti e gli organi di stampa dell'East Coast, l'appellativo di bull terrier o (pit) bull-terrier mentre tra gli allevatori e gli appassionati continuò ad essere usato il sostantivo "bulldog".
Altri autori che hanno svolto ricerche sull'argomento, come il Dr. Carl Semencic, asseriscono che l'APBT è il prodotto di un incrocio tra cani combattenti di un tempo e terrier e che la razza semplicemente non è esistita nella sua forma attuale durante il Rinascimento. Essi asseriscono che quando pensiamo ai terrier della stirpe dell'APBT, non dovremmo immaginare l'attuale cane di spettacolo come gli Yorkshire Terriers, ma invece i terrier da lavoro (probabilmente ora estinti) quelli che sono stati allevati con grande tenacia per la caccia.
Nel capitolo "History of the working bulldog" l'autrice Diane Jessup fa sua la tesi di Stratton (che considera il pit bull l'antico originale bulldog) con la differenza che ritiene probabile una qualche immissione di sangue terrier tra l '800 e il '900 in U.S.A., in quella stretta minoranza di bulldog che furono perfezionati per il dog fighting. In ogni caso questo "innesto" non ha riguardato il 98-99% dei pit bull di mole media o grande che hanno sempre avuto degli utilizzi diversi, molto più umani e utilitaristici.

Gli antenati immediati del moderno APBT, in ogni caso, erano cani combattenti irlandesi e inglesi importati negli Stati Uniti nella metà del XIX secolo, quando i combattimenti tra cani, tori ed orsi furono messi al bando in Gran Bretagna (nel 1829) e il Bulldog rischiava così di ritrovarsi disoccupato.


Una volta negli Stati Uniti, la razza si è allontanata leggermente da ciò che era stato prodotto in Inghilterra e Irlanda.
In America, dove questi cani furono utilizzati non solo come lottatori, ma anche come cani da presa (cioè, per recuperare con la forza maiali e bestiame randagi) e come cani da guardia, gli allevatori cominciarono a produrre un cane leggermente più grande, più lungo di gambe.


Per tutto il diciannovesimo secolo, questi cani sono stati conosciuti con una varietà di nomi. "Pit Terriers", "Pit Bull Terriers, "Half and Half", " Staffordshire Fighting Dogs", "Old Family Dogs" (il nome irlandese) "Yankee Terriers" (il nome settentrionale) e "Rebel Terriers" (il nome meridionale) .
Nel 1898 Chauncy Bennet fondò lo United Kennel Club (UKC) con l'unico scopo di registrare i " Pit Bull Terriers" poiché l’AKC non voleva avere niente a che fare con loro.
Originariamente, egli aggiunse la parola" Americano" al nome e fece cadere "Pit". Questo non ha soddisfatto, però, tutte le persone vicine alla razza, cosicché più tardi la parola "pit" è stata aggiunta dietro al nome in parentesi come un compromesso. Le parentesi sono infine state rimosse dal nome qualche decennio fa.

Un'altra associazione che si interessa della registrazione dell'APBT è l'Associazione Americana di allevatori di cani (ADBA) che è stata varata nel Settembre 1909 da Guy McCord, un amico intimo di John P. Colby.

Ora sotto l'amministrazione della famiglia Greenwood, l'ADBA continua a registrare solo APBT ed è più in armonia con l'APBT come razza che con l'UKC. L'ADBA sponsorizza spettacoli, ma in maniera più importante, sponsorizza competizioni di tiro col peso che provano la forza dei cani, il vigore, e il cuore. Pubblica anche una rivista trimestrale dedicata all'APBT chiamata la Gazzetta dell' American Pit Bull Terrier.

Nel 1936, grazie a "Pete il cucciolo" nello "Lil Rascals" e "Our Gang" un pubblico molto più ampio ha familiarizzato con l'APBT, e l'AKC è saltata sul carro di sfilata e ha registrato la razza col nome di "Staffordshire Terrier". Questo nome è stato cambiato in "American Staffordshire Terrier" (AST) nel 1972 per distinguerlo dal suo più piccolo, "froggier", cugino inglese lo Staffordshire Bull Terrier.

L'American Staffordshire Terrier è stato infine riconosciuto dalla F.C.I nel 1985 e il 9 Luglio dello stesso anno pubblicato lo standard; l'ultimo standard della razza risale al 3 Settembre 1996.

(mi sembra da.TERIER DI TIPO BULL di Valeria Rossi)

ps mi scuso x il post consecutivo ma mi sembra da regole che a distanza di tempo si possa fare).
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeMar 30 Dic 2008 - 10:17

COMPLIMENTI! vedo che anche i nuovi moderatori hanno studiato e conoscono le regole.... sunny ulteriori complimenti per le loro info storiche, molto interessanti study
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeMar 30 Dic 2008 - 17:42

CRISTINA.....che dire non posso che ''inchinarmi''davanti a questo post....


che dire non posso che "inchinarmi" davanti al tuo.....complimenti vivissimi, lo trovo davvero interessante.....tutte cose che non sapevo!!!
Hai ragione, ogni uomo dovrebbe conoscere la storia del suo amico cane per cui ho deciso, sul tuo buon esempio, di documentarmi sulla storia dei Border Collie (Victor) e su quella dei Breton (Trim) e anche se i miei amici non sono proprio dei "puri" non me ne vorranno di certo! Appena mi sarò fatta "una cultura" ve ne renderò partecipi e, se vi interessa, posterò anche qualche aneddoto de "i 100 cani che hanno cambiato la storia"......merita, ve lo assicuro!!

a Natale ho ricevuto di regalo "ascolta il tuo cane" e "sai comunicane?".....non è fantastico?? Ora sì che mi faccio una cultura.....grazie a te!!
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeMar 30 Dic 2008 - 18:47

DAi DAi, informati sulla storia dei border e dei breton e faccela sapere.
io un po' la conosco ma sono sicuro che tu approfondirai.
anche ghita è una meticcia, ma, diciamo che al 98% soprattutto per il carattere è una PIT.
Tutto quelo che riguarda i cani m'interessa tantissimo, quindi spero sia interesse di tutti, ma se cosi non fosse e non penso proprio, mandami quintali di mail.
Devi cominciare con ASCOLTA il TUO CANE poi sai comunicane.
non ringraziare me ringrazia JAN FENNELL che tra l'altro ha un bel sito e sappi che saranno i tuoi cani a ringraziarti piu di tutti.
se non capisci bene le regole amicali, io sono qui e soprattutto potro' esserti d'aiuto nell'interpretare l'arte d'ignorare.....leggi leggi, e sappi che Anche MAKALHA sta leggendo e applicando, chiedi a lei
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeMar 6 Gen 2009 - 20:06

evi cominciare con ASCOLTA il TUO CANE poi sai comunicane.
non ringraziare me ringrazia JAN FENNELL che tra l'altro ha un bel sito e sappi che saranno i tuoi cani a ringraziarti piu di tutti.
se non capisci bene le regole amicali io sono qui e soprattutto potro' esserti d'aiuto nell'interpretare l'arte d'ignorare.leggi leggi e sappi che Anche MAKALHA sta leggendo e applicando chiedi a lei
Ciao Cristina, ...davvero interessante questo argomento, ho letto con piacere. Anche io mi documenterò sulle origini di Jerry allora! Si, sto leggendo Ascolta il tuo cane e lo consiglierei a chiunque possieda un cane...mi ha aperto la mente! L'arte di ignorare è forse la parte più difficile...ma ci se la può fare I cani nella storia 627618
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeMer 7 Gen 2009 - 7:43

é VERO MAKALHA l'arte d'ignorare non è facile ma è molto facile osservare il tuo cane quando la apllica con te, vedrai vedrai, ti divertirai tantissimo a togliere lo ''scettro'' di grande capo al tuo canuzzo
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeLun 12 Gen 2009 - 17:44

mjkeghita ha scritto:
DAi DAi......informati sulla storia dei border e dei breton e faccela sapere....
io un po' la conosco ma sono sicuro che tu approfondirai...

Mi sono informata ed ecco qua il Border Collie! Per il Breton......pazienza, arriverà!

La razza border collie viene riconosciuta solamente poco più che 20 anni fa, nel 1982 eppure è una razza molto antica, si hanno già cani citati con simili caratteristiche, intorno al sedicesimo secolo, e viene menzionato nel testo di un medico vissuto proprio in quel periodo, John Caius. Un poeta e pastore, James Hogg, vissuto a metà del diciottesimo secolo, esalta il ruolo dei cani da pastore nella sua terra. Il border collie è un cane che ha origine come razza in se nel Regno Unito nella zona di confine tra l’Inghilterra e la Scozia, tra qui il nome “border”, “collie” deriva invece dai collies i cani da pastore. Ci sono diverse stampe e disegni risalenti a secoli scorsi che mostrano cani da pastore del tutto somiglianti ai border collie anche se diversi dai canoni che oggi distinguono la razza, meno selezionati per così dire, il pelo era corto (ancora oggi c’è uno standard che prevede quest’altro tipo) e anche il fisico era diverso, solo che è un caso piuttosto raro che fossero tutti molto somiglianti pur non essendo una razza approvata, questo perché il Regno Unito che viveva di pastorizia prima di tutto, aveva la necessità di avere dei cani con delle determinate caratteristiche che li aiutassero nel lavoro, e quelle caratteristiche dovevano essere l’essere obbedienti, intelligenti, resistenti, agili. Naturalmente poi le origini si fanno risalire a tempi ancora più antichi, anche se ancora non sono identificati come border collie ma come cani da pastori, si parla già del periodo dei Romani nel periodo A.C.
Da denotare è che il border collie, fa parte dei cani da pastore da conduzione e non da difesa, del primo gruppo fanno parte i collies, esempio del secondo gruppo sono i maremmani. I primi si limitano alla conduzione del gregge e ad una sua difesa parziale, mentre il maremmano non ci penserebbe due volte a fare uno spuntino con la pecora, il border non le toccherebbe mai, tanto è che il pastore, manda il cane solo al pascolo con le greggi, senza necessità di intervenire lui. Caratteristica del border è che non tocca con i morsi le pecore per dirigerle, al contrario dei Belga, ma si limita allo sguardo, il rito del border, lo si vede dalle posizioni sembra l’attacco del lupo ma si ferma un attimo prima dell’attacco in sé. Proprio per questo motivo, per questo suo non toccare comunque mai gli animali, per il suo essere forte di tempra, il border viene utilizzato non solo nella conduzione delle pecore, ma anche dei cavalli, oche e altri animali.
Il border collie è classificato primo per intelligenza ubbiditiva nel libro “L’intelligenza dei cani” di Stanley Coren.
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeMer 14 Gen 2009 - 8:43

grande Cristina ed è vero il Border collie è il primo della lista diciamo per facilita' nell'educarlo. speriamo che anche altri seguano le nostre impronte e ci raccontino la storia dei propri cani.
é divertente farlo anche con i nostri amatissimi meticci se riusciamo a capire da dove derivano, risciamo anche piu o meno a capire quelle che possono essere le loro attitudini ed istinti
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeVen 16 Gen 2009 - 10:21

CONOSCERE LA STORIA dei propri cani aiuta a conoscerne le caratteristiche, conoscere le caratteristiche aiuta noi padroni a capirne le esigenze e a soddisfare i loro istinti
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeMar 3 Feb 2009 - 19:00

Ho visto che Mjkeghita ha nominato Balto in "cani e leggende" ma dato che Balto non fa parte delle leggende ma della storia, ho "rubato" a Mjke l'idea e vi racconto la storia di:
TOGO E BALTO
Ogni anno in Alaska si tiene l'Iditarod Sled Dog Race, considerato uno degli eventi sportivi più impegnativi che esistano: squadre di cani da slitta attraversano le lande ghiacciate coprendo oltre 1.700 km. in 8/15 giorni. La gara venne istituita per commemorare un'impresa ancora più ardua, nota come "Serum run", ovvero la corsa per portare il siero antidifterico fino alla cittadina di Nome. La leggendaria avventura non fu una banale competizione per aggiudicarsi un trofeo ma una vera e propria corsa per la vita e senza l'instancabile aiuto di decine di eccezionali cani da slitta, e di due in particolare, la missione sarebbe fallita.
La saga iniziò nell'inverno 1925 quando un'epidemia di difterite potenzialmente letale minacciò la città sulla costa nord-occidentale del paese. Le scorte più vicine di vaccino si trovavano a oltre 1.600 km. di distanza, ad Anchorage. In assenza di collegamenti stradali, ferroviari ed aerei affidabili e con un clima particolarmente rigido, era come se il solitario puntino sulla mappa si fosse trovato sulla luna.
Un solo mezzo di trasporto sembrava all'altezza della sfida: la slitta trainata da cani. Il contenitore del siero venne quindi portato in treno fino alla città di Nenana, che segnava il capolinea del tragitto. Poi, nella notte del 27 gennaio, venne consegnato al primo dei circa 25 mushers (i conduttori di cani da slitta), incaricati di farlo arrivare al più presto fino ai cittadini di Nome, attraversando oltre 1.000 km. di tundra ricoperta di neve e attanagliata dal gelo.
Alla corsa per il siero parteciparono più di 100 cani ma due si distinsero tra tutti. Il primo e il più importante fu Togo, un husky siberiano di 22 kg. che trinò la slitta di Leonhard Seppala. Affermare che Togo non deluse le aspettative è dir poco. Il cane e la sua squadra dovettero coprire 274 km. in 3 giorni solo per raggiungere il punto del tragitto dove si trovava il siero. Poi i cani affrontarono il tratto più difficile, viaggiando in condizioni di visibilità quasi azzerata dentro una tempesta di neve, con raffiche di vento violente che raffreddavano l'aria fino a 57° sotto zero.
Ad un certo punto Seppala perse l'orientamento e si affidò a Togo perchè li guidasse sull'ormai quasi invisibile tracciato. Mentre l'husky portava il gruppo lungo l'insidiosa zona ghiacciata del Golfo di Norton, sul aMare di Bering, la slitta finì su un blocco di ghiaccio che si era staccato dal resto della spessa copertura bianca. Con indosso l'imbragatura e le tirelle di cuoio, l'husky fece un balzo di un metro e mezzo per raggiungere la terraferma, in modo da poter trarre in salvo il mezzo. Durante il salto l'imbragatura si ruppe ma il cane l'afferrò con la bocca e la recuperò dall'acqua gelata. Serrando tra i denti le tirelle, avvicinò il banco di ghiaccio galleggiante verso la terraferma così che Seppala, la slitta e gli altri cani potessero procedere. In quel gesto straordinario Togo infuse fino all'ultimo briciolo di energia e per lo sforzo rimase zoppo per sempre.
A circa 80 km. da Nome il siero venne poi affidato ad una nuova squadra, guidata da un cane di nome Balto. Fu lui a consegnare la medicina alla cittadina provata dalla malattia e di conseguenza diventò una celebrità, tanto che nel 1925 venne eretta in suo onore una statua in Central Park.
Chi conosce bene la storia, però, ha sempre considerato Seppala e Togo i veri eroi. E anche se fece solo da "spalla" a Balto, Togo lasciò ai posteri un'eredità molto più duratura di una statua.
Dopo essere andato in pensione, diventò uno dei padri fondatori della razza degli husky siberiani moderni, cosicchè quando scomparve, nel 1929, la sua forza e la sua intelligenza continuarono a vivere nei suoi numerosissimi discendenti.
(da: "I 100 cani che hanno cambiato la storia")
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeMer 4 Feb 2009 - 17:25

Ti ho battuto sul tempo.......!! lol!
Naturalmente scherzo! E poi comunque l'idea (buona!) è stata tua!
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeMer 4 Feb 2009 - 18:51

DAI DAI...continua a fare post sui cani storici, mi fai un regalone
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeSab 7 Mar 2009 - 20:20

CRISTINAAAAAAAAA...dai, AGGIORNACI SUI CANI STORICI
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeVen 4 Set 2009 - 14:24

cani nella storia perche rimane comunque un primato credo isolato, e morto il cane piu vecchio del mondo. a 21 anni. new york circondato dall,affetto della sua famiglia,umana chanel,un bassotto dal pelo ruvido.che intermini umani avrebbe avuto 147 anni,chanel morto di vecchiaia a casa dei padroni a port jefferson in un sobborgo di new york,lui e gia nei guiness dei primati dall,anno scorso,.
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeSab 5 Set 2009 - 14:21

cane da record si chiama scooter è un terrier maltese ed è il cane piu piccolo del mondo misura infatti solo 8cmI cani nella storia Cane210............troppo bello
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeDom 20 Set 2009 - 14:37

Qualche mese fa la notizia dell,addio a chanel che con i suoi 21 anni era considerata la cagnolina più vecchia del mondo.la cagnetta era entrata nel guinnes dei primati a maggio dopo la morte di un beagle di 28 anni della virginia.in lizza per la successione come cane più vecchio del mondo si era presentato max,della louisiana,che secondo i padroni avrebbe 26 anni ma che non ha ancora presentato i necessari documenti per dimostrare il primato.Ora da una radio locale tedesca,avanza la candidatura di penny che secondo quanto racconta la sua proprietaria,avrebbe 25anni certificati da un tatuaggio riportato sull,orecchio del caneI cani nella storia 01penn10
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeGio 1 Ott 2009 - 20:11

NEW YORK — Quando il mese scorso la graziosa Chanel è morta a New York, all’età di 21 anni, il Guinness dei primati l’ha su­bito immortalata tra le sue pa­gine come «il cane più vecchio del mondo». Ma a strapparle il primato, e i riflettori dei media mondiali, ci sta già pensando Max, un mix terrier della Loui­siana, vivo e vegeto nonostan­te i suoi 26 anni suonati che at­tendono ancora, tuttavia, la certificazione della giuria del Guinness. Chanel e Max non sono soli. Ben prima di loro Granpa Rexs Allen, un gatto di razza Sphynx di Austin, in Texas, aveva sca­tenato il pandemo­nio transatlantico quando è spirato, nel 1998, alla vene­randa età di 34 an­ni.
Secondo vari studi condotti negli ultimi anni in Usa, non è più una rari­tà, oggi, trovare cani che cam­pano fino a quindici anni e gat­ti che toccano la soglia, un tem­po inarrivabile, dei venti. I veterinari Usa parlano di vera e propria rivoluzione che ha completamente stravolto i tradizionali parametri di longe­vità canina e felina. «Chanel, Alex e Granpa Rexs Allen non sono più dei fenomeni da cir­co», teorizza la dottoressa Mar­tha Smith, direttrice della Lega per la Difesa degli Animali di Boston, «l’aumento della lon­gevità dei pets — spiega — è proporzionale a quella dei loro padroni».
Per calcolare l’età di un cane in rapporto alla nostra, un tem­po si usava moltiplicare un an­no canino per sette. Ma la for­mula si è rivelata inadeguata anche perché le specie di taglia media e piccola e gli incroci tendono a vivere più a lungo dei cani di taglia gigante o dal­l’ineccepibile pedigree. Eppure secondo gli addetti ai lavori la longevità degli animali dome­stici dipende soprattutto da noi. «Le scelte che operiamo per loro determinano la qualità e durata della loro esistenza», di­ce il dott. Richard T. Goldston, esperto di gerontologia veteri­naria. «Invece di imbottire i no­stri cuccioli di cibi ad alto con­tenuto di proteine, calcio e fo­sforo sarebbe meglio sommini­strare loro alimenti per cani adulti, che contengono dosi minori di vitamine e minera­li». Le parole d’ordine: dieta ed esercizio.
I veterinari da una co­sta all’altra dell’Atlantico con­cordano che cani e gatti snelli vivono in media due-tre anni in più di quelli sovrappeso. «È importante evitare accumuli adiposi, soprattutto nei cuccio­li — spiega ancora la Smith —, bisogna dar loro almeno tre an­ni per raggiungere le dimensio­ni di adulti, senza metterne sot­to stress lo scheletro e gli orga­ni interni quali il cuore» (LEGGI i consigli per l'assistenza ai «vecchietti» a quattro zampe). Quando Johnny Hoskins, co-autore insieme a Goldston di «Geriatrics and Gerontolo­gy of the Dog and Cat» ha ini­ziato la sua carriera di veterina­rio, molti anni fa, l’età media di un Dobermann oscillava dai sei ai nove anni. «Oggi persino questa razza arriva fino a 16 an­ni — afferma Hoskins — se si prevengono in tempo disfun­zioni cardiache». Anche questo ricercatore è convinto che l’aumento nelle aspettative di vita animale sia parallelo a quello degli esseri umani. «Ho letto nella rivista dei pensionati americani Aarp che oggi ci sono oltre 100.000 centenari soltanto negli States — spiega —. Se potessimo ef­fettuare uno studio analogo tra gli animali, sono certo che troveremmo un’identica per­centuale di ultraventenni».
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeDom 4 Ott 2009 - 9:30

Ho letto anche io questo libro, si è veramente accattivante, e molto riflessivo... ancora una volta l'uomo sarebbe nulla senza il suo cane...Meno male che Dio ce gli ha donati....
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MessaggioTitolo: Re: I cani nella storia   I cani nella storia Icon_minitimeMer 28 Ott 2009 - 13:01

OTTO, IL CANE PIÙ VECCHIO
HA 20 ANNI E GIRERÀ UN FILM.Si chiama Otto Jones, ha 20 anni e otto mesi ed è il cane più vecchio del mondo, con tanto di certificato del Guinnes dei primati. Otto è un bassotto non purosangue che vive nello Shropshire con i suoi due padroni, Lynn e Peter Jones. È un pò sordo, ma oltre a questo e a una leggera artrite, Otto pare essere in perfetta salute, anche grazie alla dieta di verdure e pranzi della domenica a cui è abituato. «È un birbante adorabile e affettuoso», hanno detto i coniugi, ancora abituati a vederlo giocare a palla con i figli dei vicini. Adesso il cane più vecchio del mondo si appresta a debuttare sul piccolo schermo: Otto sarà infatti ospite del Paul ÒGrady Show, programma che va in onda sul canale britannico Channel 4. Il primato del cane inglese potrebbe però essere insidiato da quello di un altro cane, il milanese Dik. Il quotidiano gratuito City aveva infatti riportato la storia del piccolo meticcio che ha compiuto ben 23 anni lo scorso 25 aprile. Lo prova il certificato medico del dottor Roberto Germani, veterinario dell'ambulatorio Mecenate. I padroni Giuseppina e Celeste Suardi, due coniugi milanesi, hanno avvertito la redazione di City dopo aver letto, a settembre, della morte di Chanel, la cagnetta newyorchese che aveva precedentemente conquistato il titolo di cane più vecchio del mondo.I cani nella storia 20091014
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